A DIO SI PERDONA ALL’ALLEVATORE NO

Spero mi si perdoni il titolo, un po’ blasfemo, ma credo renda bene l’idea di come oggi si pretenda dall’allevatore una selezione perfetta senza considerare che un cane, un cucciolo, è un essere vivente e come tale indifeso di fronte agli ostacoli della natura.

Dall’allevatore è giusto pretendere conoscenza della razza ed esperienza, ma non di più. La conoscenza delle linee di sangue è infatti fondamentale per ricevere l’eredità di chi ha “costruito” la nostra meravigliosa razza, e per coltivare la cultura della selezione e percorrere così la strada verso un tipo di labrador.

Sappiamo che i nostri labrador hanno tutti linee genetiche riconducibili agli stessi antenati, però, nel corso degli anni l’evoluzione li ha differenziati: tipologie più potenti contro altre più eleganti per esempio, linee più “leggere e resistenti” da lavoro e così via.

Il panorama oggi è molto vario e ogni allevatore ha le proprie preferenze ed è quindi giusto e necessario, per chi vuole un cucciolo, visitare più allevamenti alla ricerca del cane più adatto.

Quando arrivando in un allevamento vedrete soggetti molto simili probabilmente vi troverete a casa di un allevatore “realizzato” che ha ottenuto il proprio tipo di labrador.

L’esperienza dell’allevatore è ciò che fa realmente la differenza; è importante conoscere i problemi per saperli affrontare e per indicare ai proprietari dei cani le possibili soluzioni. Quasi sempre, infatti, le soluzioni si trovano. Anche grazie all’aiuto dei tanti (ma non troppi!) bravi professionisti: educatori, veterinari, e nutrizionisti. Bravi professionisti e bravi allevatori, il mix perfetto. Ma chi sono gli allevatori con la A maiuscola?

Direi quasi mai quelli che stanno in vetrina. Al contrario, sono quelli che non hanno bisogno di infiocchettare i cuccioli per dimostrarne il valore, o quelli che non hanno bisogno di elencare i campioni (perché tutti sono figli o nipoti di campioni) per dimostrare la qualità dei propri cani. I bravi allevatori baciano i loro cuccioli di nascosto perché non vogliono dividere con nessuno quel momento di magia e ogni giorno vivono il loro branco integralmente, come una grande famiglia allargata, indipendentemente dal fatto che si tratti di stalloni blasonati, mamme, o cani ceduti.

Impariamo quindi a riconoscere e a perdonare gli allevatori. È una questione di cultura e rispetto. Sarebbe un passo in avanti e un modo intelligente per riconoscere l‘impegno di chi non è alla ricerca di facili successi ma ama davvero questo lavoro che prima di tutto è una grande passione.